Skip to main content
MAN'S Version

Gigi Riva
Rombo di Tuono

Perché è il migliore? 

Gigi Riva è considerato uno dei più grandi attaccanti nella storia del calcio italiano, un campione che ha saputo unire potenza, tecnica e umiltà in un mix esplosivo. Conosciuto come “Rombo di Tuono” per la violenza e la precisione del suo sinistro, Riva ha incarnato l’essenza del calcio degli anni ’60 e ’70, diventando un simbolo non solo per il Cagliari ma per l’intera nazione. La sua lealtà alla maglia rossoblù, rifiutando offerte da club blasonati, e il suo contributo alla vittoria dello storico scudetto del 1969-70 hanno reso la sua figura leggendaria. Riva rappresenta l’ideale del calciatore che gioca per passione e amore per il gioco, mettendo sempre la squadra e i tifosi al primo posto. La sua influenza va oltre le statistiche: è un esempio di dedizione, coraggio e professionalità che ha ispirato generazioni di calciatori e tifosi. 

Gli inizi 

Nato il 7 novembre 1944 a Leggiuno, un piccolo paese sul Lago Maggiore, Gigi Riva ha vissuto un’infanzia difficile. Rimasto orfano di padre a soli nove anni, ha dovuto affrontare le dure realtà della vita fin da giovane. Il calcio divenne presto una via di fuga e una passione che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Iniziò a giocare nelle squadre locali, mostrando subito un talento naturale e un sinistro potente che attirò l’attenzione degli osservatori. 

Nel 1962, nonostante fosse stato scartato dall’Inter e con il Bologna esitante, fu Angelo Massimino, allora presidente del Cagliari, a credere in lui. Il direttore sportivo Silvestri lo notò durante una partita con il Legnano e convinse il club a investire su quel giovane promettente. Nonostante le riserve iniziali e la riluttanza a lasciare la sua terra natale, Riva si trasferì in Sardegna, una decisione che avrebbe cambiato per sempre la sua vita e quella del Cagliari. 

All’inizio, l’adattamento non fu facile. La Sardegna degli anni ’60 era lontana e diversa dalla realtà continentale. Tuttavia, Riva trovò nell’isola una seconda casa e una comunità pronta ad accoglierlo come un figlio. Debuttò con il Cagliari nel 1963 in Serie B, contribuendo in modo decisivo alla storica promozione in Serie A nella stagione 1963-64. Il suo talento iniziò a fiorire, e con esso la speranza di un’intera regione. 

Unicità 

La grandezza di Gigi Riva risiedeva nella combinazione unica di potenza fisica, tecnica raffinata e una determinazione incrollabile. Il suo sinistro era leggendario: un colpo capace di trafiggere le difese più solide e sorprendere i portieri più esperti. Nonostante usasse poco il piede destro, la sua abilità nel controllo palla, nel dribbling e nel tiro lo rendevano un attaccante completo. Forte nel gioco aereo grazie alla sua elevazione e al tempismo perfetto, Riva era in grado di segnare gol spettacolari da qualsiasi posizione. 

Ma oltre alle qualità tecniche, ciò che rendeva Riva unico era la sua umiltà e il profondo legame con la Sardegna. Rifiutò offerte allettanti da club come Juventus e Inter, scegliendo di rimanere fedele al Cagliari e ai suoi tifosi. Il suo attaccamento all’isola era viscerale: sentiva la responsabilità di rappresentare una terra spesso dimenticata, portando orgoglio e speranza attraverso il calcio. La sua lealtà e il suo spirito di sacrificio lo resero non solo un campione, ma un eroe popolare. 

In Nazionale, Riva confermò il suo status di fuoriclasse. Con 35 gol in 42 presenze, detiene ancora oggi il record di marcature con la maglia azzurra. La sua capacità di trascinare la squadra nei momenti cruciali fu determinante per il successo dell’Italia, contribuendo alla vittoria dell’Europeo del 1968 e al secondo posto nel Mondiale del 1970. 

Partita memorabile

La stagione 1969-70 rimane indelebile nella memoria di tutti gli appassionati di calcio. Il Cagliari, una squadra di provincia, riuscì nell’impresa titanica di conquistare lo scudetto, spezzando l’egemonia delle grandi del Nord. Il 12 aprile 1970, nella partita contro il Bari allo Stadio Amsicora, Riva segnò uno dei due gol che sancirono la vittoria per 2-0 e la conquista matematica del titolo. Fu un momento storico: l’intera Sardegna esplose in festeggiamenti mai visti, con la statua di legno di Riva portata in processione come un santo. 

Leave a Reply