Skip to main content
AI'S Version

Alessandro Del Piero
Pinturicchio

Perché è il migliore? 

Alessandro Del Piero è stato uno dei calciatori più talentuosi, eleganti e rappresentativi del calcio italiano. Soprannominato “Pinturicchio” dall’Avvocato Gianni Agnelli per la sua capacità di dipingere calcio come un artista rinascimentale, Del Piero ha incarnato i valori della Juventus e ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore dei tifosi. La sua tecnica sopraffina, la visione di gioco e la capacità di segnare gol spettacolari lo hanno reso un’icona non solo a Torino, ma in tutto il mondo. La sua dedizione, professionalità e fedeltà al club bianconero in un’epoca caratterizzata da continui trasferimenti lo hanno reso un esempio di lealtà e amore per la maglia. Del Piero ha dimostrato che il talento può andare di pari passo con l’umiltà e la passione, diventando un modello per le generazioni future. 

Gli inizi 

Nato il 9 novembre 1974 a Conegliano, in Veneto, Alessandro Del Piero iniziò a giocare a calcio nelle squadre giovanili locali, mostrando fin da piccolo un talento fuori dal comune. A 13 anni, entrò nel settore giovanile del Padova, dove fece il suo debutto in Serie B nel 1991 a soli 16 anni. Le sue prestazioni attirarono rapidamente l’attenzione dei grandi club, e nel 1993 la Juventus lo acquistò per 5 miliardi di lire. Inizialmente inserito nella squadra Primavera, Del Piero non impiegò molto a farsi notare anche in prima squadra. Il suo debutto in Serie A con la maglia bianconera avvenne il 12 settembre 1993, contro il Foggia. Una settimana dopo, segnò il suo primo gol in Serie A contro la Reggiana. 

Con l’arrivo di Marcello Lippi sulla panchina della Juventus nel 1994, Del Piero trovò spazio con continuità, soprattutto dopo l’infortunio di Roberto Baggio. La sua consacrazione avvenne nella stagione 1994-95, quando contribuì in modo decisivo alla conquista dello scudetto e della Coppa Italia. Il giovane Alessandro iniziava così una carriera leggendaria con la Juventus, destinata a durare quasi due decenni. 

Unicità 

Del Piero era un giocatore dotato di una tecnica straordinaria e di una creatività fuori dal comune. Famoso per il “tiro a giro” dal vertice sinistro dell’area di rigore, il cosiddetto “gol alla Del Piero”, sapeva sorprendere i portieri con conclusioni precise e imparabili. La sua capacità di dribblare gli avversari, la visione di gioco e l’intelligenza tattica lo rendevano un attaccante completo. Poteva ricoprire diversi ruoli offensivi: seconda punta, trequartista o centravanti atipico. Era anche un eccellente specialista nei calci piazzati, sia punizioni che rigori. 

Ma oltre alle qualità tecniche, ciò che rendeva Del Piero unico era la sua personalità. Sempre umile e rispettoso, era un leader silenzioso che guidava con l’esempio. Durante la sua carriera, attraversò momenti difficili, come il grave infortunio al ginocchio nel 1998 o la retrocessione in Serie B della Juventus nel 2006 a causa di Calciopoli. In entrambe le occasioni, Del Piero rimase fedele alla maglia bianconera, lavorando duramente per tornare al top e dimostrando un attaccamento al club raro nel calcio moderno. La sua dedizione e professionalità gli valsero il rispetto non solo dei tifosi juventini, ma di tutti gli appassionati di calcio. 

Partita memorabile

Una delle partite più significative della carriera di Del Piero fu la semifinale del Mondiale 2006 tra Italia e Germania, giocata il 4 luglio a Dortmund. Entrato in campo al 104º minuto dei tempi supplementari, con il risultato ancora fermo sullo 0-0, Del Piero contribuì a cambiare le sorti dell’incontro. Al 119º minuto, l’Italia passò in vantaggio con un gol di Fabio Grosso. Pochi istanti dopo, durante un contropiede fulmineo, Del Piero ricevette il pallone da Alberto Gilardino e, con un magnifico tiro a giro di sinistro, superò il portiere tedesco Jens Lehmann, segnando il 2-0 definitivo. 

Quel gol non solo chiuse la partita, ma rappresentò una liberazione per Del Piero, spesso criticato per le sue prestazioni in Nazionale. Fu un momento di pura gioia, celebrato con una corsa verso la bandierina e un’esultanza liberatoria. L’Italia accedette così alla finale, che avrebbe poi vinto contro la Francia ai rigori. Del Piero realizzò uno dei tiri dal dischetto, contribuendo alla conquista del quarto titolo mondiale per gli Azzurri. Quella notte a Berlino rimane uno dei punti più alti della sua carriera, coronando anni di sacrifici e dimostrando il suo valore anche in ambito internazionale. 

Leave a Reply