Un elemento che lega molti dei nostri collaboratori in Würth Italia è sicuramente la passione per lo sport, e siamo ben felici di raccogliere e condividere le testimonianze dei colleghi che riescono a coniugare, anche con successo, l’attività professionale a quella sportiva: uno di loro è il triatleta Michael, Sales Account in Lombardia e in azienda dal 2017:
Quali competenze ritieni strategiche per svolgere il tuo ruolo?
Ritengo fondamentale l’approccio ed il rapporto con il cliente: prima di vendere il prodotto viene la vendita di sé stessi perché secondo me la differenza la fa il venditore nella sua relazione con il cliente. Se riesco a trasmettere che la mia figura non è “limitata” alla vendita, ma che in me può trovare anche un professionista con cui potersi consultare su prodotti, installazioni e gestioni merce o riordini, la vendita acquisisce un secondo aspetto, quasi “automatico”, perché sto proponendo un servizio a 360° di cui la vendita è solo una parte.
Come nasce la tua passione per questo sport?
Sono sempre stato sportivo, da bambino giocavo a calcio ma non era sicuramente il mio sport: con la palla tra i piedi non ero un fenomeno e non avevo un ruolo definito, quindi mi piaceva giocare sia da portiere che attaccante, centrocampista o difensore. Per scherzo ho partecipato con degli amici ad una 24h di mountain bike in squadra da 8 (per rendere l’idea dello spirito con cui approcciavamo a questa gara: il nome della squadra era “i cinghiali con i pedali “) e da li è iniziato un po’ il tutto, mi sono appassionato a questo nuovo sport di endurance iniziando a frequentare per qualche anno i campionati di mountain bike. Successivamente, un giorno ho visto i manifesti di una gara di triathlon vicino casa mia, e si è accesa una lampadina perché ho deciso di decisi di iniziare ad integrare nei miei allenamenti anche delle piccole sedute di nuoto e corsa, il tanto quanto basta per finire una gara di distanza sprint…e ad essere sinceri, se dovessi pensare alla mia prima esperienza di Triathlon credo sia una delle cose più traumatizzanti che abbia mai fatto, soprattutto la prima frazione di nuoto in lago! Diciamo che il primo triathlon l’ho giusto portato a casa, ma anziché demordere – anche se abbastanza sconsolato dopo la prima gara – questo mi ha motivato ancor di più a lavorare per migliorare la scarsa prestazione della prima gara portandomi poi nel corso degli anni a togliermi molte soddisfazioni, e arrivando a vincere diverse gare, fino alla convocazione con la nazionale per rappresentare l’Italia all’europeo di Triathlon su distanza Mezzo Ironman.
Lo sport che pratichi ha determinato un impatto sul tuo modo di lavorare?
Sicuramente sì: ogni risultato ottenuto nello sport è sempre stato principalmente raggiunto per una sorta di sfida con me stesso perché volevo conseguire gli obiettivi da me prefissati, poi successivamente veniva l’agonismo nello sfidare i miei avversari Questa mia mentalità in ambito sportivo riportata anche nel lavoro non ha fatto altro che portare buoni frutti, diciamo che quando sono entrato in azienda, mi sono trovato fin da subito a mio agio in un contesto così ambizioso, e non ho fatto altro che riportare quello che prima facevo solo nello sport anche nel lavoro, prendendo atto degli obiettivi assegnati aziendalmente, ma credo sia molto stimolante anche prefissarsene alcuni propri.
Come riesci a bilanciare il lavoro con il tempo che dedichi nello sport?
Anche se in questo momento non pratico più triathlon ad alti livelli, posso dire di essermi tolto delle belle soddisfazioni! Nonostante questo, rimango dell’idea che un po’ di sport non può che fare bene ad ognuno di noi, ho anche la fortuna di avere delle persone comprensive che mi stanno vicino, anche perché spesso i miei orari di allenamento non sono proprio consoni ad una vita familiare, perché sento il bisogno di allenarmi almeno 1h al giorno per “scaricare” la giornata lavorativa e guadagnare un po’ di benessere.
Qual è un tuo motto?
Nello sport è “lo sport è sempre una buona idea”.
Nel mio lavoro è “mezzo mondo è da comprare l’altro mezzo è da vendere”.
Se Würth Italia fosse uno sport sarebbe…?
Beh sicuramente un triathlon!
[Grazie a Michael Bendotti di Würth Italia]