Storie di
coraggio.
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Empowerment, inclusione e valorizzazione delle diversità sono pilastri fondamentali della nostra strategia di Diversity, Equity & Inclusion.
La community WOW – Women of Würth è nata proprio con l’obiettivo di ispirare e supportare le donne nel costruire la loro carriera in un ambiente che promuove la crescita inclusiva e l’abbattimento
degli stereotipi.
Vogliamo raccontare storie di donne che lavorano
in settori ancora prevalentemente maschili, che ogni giorno dimostrano come determinazione, passione e competenze possano trasformare le sfide in opportunità.
Abbiamo intervistato Rosanna Celella, Privacy Manager e Roberta Toniolo,
responsabile Clienti Distretto per farci raccontare le loro storie di coraggio e performance.
INTERVISTA A ROBERTA TONIOLO
Raccontaci brevemente chi sei e qual è il tuo ruolo in Würth
Sono Roberta, ho 39 anni e vivo a Vicenza. Sono in Würth da esattamente un anno, un anno intenso che mi ha vista dapprima venditrice nel settore auto nel canale 2 e, dal primo giugno 2024, responsabile di distretto del settore auto, sono supportata da 14 venditori, che seguono altrettante zone di lavoro del distretto.
Come descriveresti il lavoro di venditrice nel 2024?
Considero, oggi più che mai, il lavoro da Sales Account come creativo e stimolante. Penso sia un lavoro che, in maniera molto accelerata, ci permette di evolverci e stare al passo con i continui cambiamenti che ci circondano, vivendoli da protagonisti. Accanto alle competenze tecniche e organizzative, questo lavoro richiede grande sviluppo delle nostre capacità relazionali ed empatiche, supportate sempre da un atteggiamento di positività e leadership. Nel 2024, con il forte numero di competitors presenti sul mercato, rendersi interessanti agli occhi del cliente diventa sempre più difficile, per questo mi rendo conto come sia sempre più determinante l’apporto del venditore e del suo entusiasmo.
Ci sono state delle esperienze personali o professionali che hanno influenzato il tuo percorso lavorativo e, prima ancora, di studio?
Sicuramente il mio percorso di studi (scienze statistiche) mi ha insegnato ad essere molto analitica e orientata ad obiettivo, dandomi un metodo per affrontare dapprima i miei vari step scolastici, poi, più in generale, gli eventi e le situazioni critiche della vita quotidiana, permettendomi di di affrontarli con lucidità.
La mia prima esperienza di vendita, invece, l’ho vissuta grazie alla gestione di un bar, che mi ha insegnato a interagire con le persone, capendone i bisogni e cercando di entrare in sintonia con loro. Questa crescita umana la devo anche alle mie molteplici passioni, che mi hanno consentito di vivere spesso in team e di creare legami con persone di sesso, età e origini diverse.
Il ruolo di venditrice per me, oggi, rappresenta la fusione di tutte queste esperienze.
INTERVISTA A ROSANNA CELELLA
Da poco manager di nuova nomina nella vendita. Come ti senti ad aver raggiunto questo nuovo traguardo?
Mi sento molto felice, onorata di indossare questa maglia in questo ruolo. Sono pronta a trasmettere tutta la mia energia e la mia positività in quello che faccio. La vivo come una grande sfida e questo mi permette di mettermi in gioco ogni giorno con grande adrenalina.
Che valore ha per te la diversità in un team?
Dal mio punto di vista la diversità è ricchezza, porta valore aggiunto ad un team. Un ambiente che sostiene le diversità, permette ai propri collaboratori di sentirsi liberi e creativi, dando loro spazio per crescere, esprimersi e far sentire la propria voce. Ritengo che l’attenzione alla diversità sia una visione ampia di successo.
Quali competenze o attitudini personali ti hanno aiutato a raggiungere i tuoi obiettivi?
In primis riconosco il mio orientamento al risultato, unito alla mia predisposizione alla pianificazione, che mi hanno permesso di lavorare in maniera analitica e strutturata. Accanto a questo, sicuramente mi hanno aiutato la mia attitudine positiva e la mia voglia di lavorare bene in team, di creare squadra con i miei colleghi.
È opinione frequente che sia superfluo sensibilizzare le persone ad avere comportamenti inclusivi – soprattutto dal punto di vista del genere – perché dati particolarmente per scontato in contesto lavorativo: cosa ne pensi a riguardo
Credo che non ci sia nulla di superfluo, il tema di inclusività è un tema molto delicato ed è davvero importante dare ad ogni persona la possibilità di mostrare ciò che vale, indipendentemente da fattori come genere o etnia.
Sono le piccole cose ad essere responsabili dei grandi cambiamenti, quindi, se vogliamo cambiare la nostra società in tema di inclusività, dobbiamo sensibilizzare tutti i giorni le persone ad adottare comportamenti che vadano in questa direzione.
Raccontaci brevemente chi sei e qual è il tuo ruolo in Würth?
Ciao a tutti, sono Rosanna e sono originaria di un piccolo paese della provincia di Benevento, in Campania. Dopo vari anni trascorsi prima a Roma e poi a Dublino, da gennaio 2024 mi sono trasferita nel Trentino-Alto Adige per accogliere con grande entusiasmo questa nuova esperienza in Wurth Italia.
In Wurth il mio ruolo è quello di privacy manager: mi occupo del coordinamento e della supervisione delle attività di trattamento dei dati personali in azienda, affinché siano svolte in maniera conforme alla normativa privacy.
Come hai trovato la tua strada? È stato un caso o era qualcosa di prestabilito?
Non credo che nella vita ci siano eventi prestabiliti, nel senso di stabiliti da noi a priori. Credo, invece, nel valore delle nostre scelte che possono tracciare la nostra strada, ma anche modificarla in ogni momento, appena ci rendiamo conto che non è quella giusta. Quando mi sono iscritta alla facoltà di Giurisprudenza, avevo in mente un percorso del tutto diverso, volevo diventare pubblico ministero. Poi, quasi per caso, ho sostenuto un esame a scelta in “diritto delle comunicazioni elettroniche” e si è aperto davanti a me un mondo che non conoscevo, un settore del diritto entusiasmante e innovativo, dove un giurista avrebbe potuto apportare un contributo sostanziale nella definizione e applicazione di norme che regolano il mondo digitale e l’evoluzione tecnologica. Così ho imboccato una strada diversa, che mi ha portato a ripianificare il mio futuro.
Hai fatto una bellissima esperienza all’estero, lavorando per un anno in Meta a Dublino. Quali sono le esperienze chiave che ti hanno fatta crescere di più e delle quali sei grata?
L’esperienza all’estero è stata fondamentale per la mia crescita professionale e umana. Lavorare in una multinazionale come Meta è stata una palestra incredibile e, tra alti e bassi, mi ha insegnato e segnato davvero tanto. L’ambiente competitivo, la valutazione costante delle performance, il confronto quotidiano con talenti provenienti da ogni parte del mondo sono stati di enorme arricchimento. È un’esperienza che mi ha messo molto alla prova, ponendomi di fronte ai miei limiti e costringendomi ad affrontarli e, allo stesso tempo, aiutandomi a riconoscere e consolidare i miei punti di forza. La famosa “Impostor syndrome” di cui parlano in molti esiste davvero, quella sensazione di non sentirsi mai all’altezza e di dover spingere sempre di più. Ma anche questo, ti mette in discussione e, nel mentre, ti rafforza.
Ultimo fattore, forse il più arricchente, è stata l’opportunità di lavorare con persone di lingue, culture, personalità e quindi approccio al lavoro totalmente diversi. Ciò richiede uno sforzo di adattamento, di empatia e di resilienza non di poco conto, ma il risultato che si può ricavare dall’interfacciarsi con persone così diverse è impareggiabile. È un’esperienza di vita che rifarei altre mille volte e di cui sarò sempre grata, ma sapevo che sarebbe stata circoscritta nel tempo, in quanto il mio desiderio era quello di rientrare in Italia.
Essere una Privacy Manager significa lavorare trasversalmente tra tutti i reparti? Sfida o opportunità?
È una domanda davvero interessante, che mi permette di ribadire quanto il trattamento dei dati personali attraversi trasversalmente quasi tutti i reparti di un’azienda. Questo fattore rappresenta sia una sfida che un’opportunità. È sfidante riuscire a immedesimarsi, cogliere, raccogliere e comprendere le esigenze e le attività di ogni team; allo stesso tempo, interfacciarmi con tutti i reparti aziendali è ciò che maggiormente amo del mio lavoro e che lo rende dinamico e stimolante, dandomi la grande opportunità di conoscere a 360 gradi l’azienda, le sue attività e soprattutto le sue Persone.
Che valore ha per te la diversità in un team?
A mio parere, è una componente essenziale. Come dicevo prima, la diversità ti mette alla prova, eleva il tuo livello di empatia, apertura e predisposizione verso l’altro e, allo stesso tempo, valorizza gli output finali di un team. È dalla differenza di idee, opinioni e comportamenti che nascono progetti geniali e di valore.
Cosa ti fa sentire più realizzata nel tuo lavoro in Würth Italia?
La libertà di iniziativa. Ricordo che in uno dei colloqui finali, prima di essere assunta, ho precisato che avevo voglia di mettermi in gioco, di dare voce finalmente alla mia intraprendenza e al mio spirito di iniziativa, di avere margine decisionale nel mio settore e assumermi delle responsabilità. La normativa privacy, inoltre, è molto peculiare, in costante evoluzione e anche flessibile, con un notevole margine di interpretazione. Uno dei motivi per cui adoro quest’ambito risiede proprio nel fatto che esistono pochi principi da applicare in maniera rigida; il resto è da adattare, indagare, interpretare, rielaborare, trovando sempre un bilanciamento tra buon senso, rispetto degli individui e ragioni di business. “Investigare” con i colleghi dei vari reparti la soluzione più appropriata, per poter al meglio e in maniera bilanciata soddisfare i vari interessi in gioco, è ciò che mi entusiasma maggiormente. Al contrario di quello che si possa pensare, il lavoro di un giurista/legale non è sempre ingabbiato in rigide norme, ma c’è anche spazio per la creatività, altrimenti -credetemi- non avrebbe fatto al caso mio!
Cosa diresti ad una ragazza che non ha ancora trovato la sua strada e sta per approcciarsi al mondo del lavoro?
Innanzitutto, di darsi tempo e di non avere fretta; non esiste un tempo prestabilito per vedersi realizzate, per trovare il lavoro dei sogni o l’incarico che soddisfi a pieno. Tra l’altro, credo che sia nella natura dell’essere umano, il non sentirsi mai pienamente realizzati. Vivete a pieno e godetevi ogni piccolo passo della vostra carriera e se il piano prestabilito non ha funzionato, non abbiate mai paura di cambiare strada e raddrizzare il tiro. Non sottovalutate mai l’importanza di un piano B: a volte c’è più meraviglia e soddisfazione nell’intraprendere un piano B inaspettato che nel restare ingabbiati e immobili in quell’agognato piano A che, però, non ha pienamente soddisfatto le nostre aspettative.
È opinione frequente che sia superfluo sensibilizzare le persone ad avere comportamenti inclusivi – soprattutto dal punto di vista del genere – perché dati particolarmente per scontato in contesto lavorativo: cosa ne pensi a riguardo?
Come si sarà già intuito, il tema dell’inclusività mi è molto caro e, anche collaborando con diverse associazioni, mi sono sempre confrontata e battuta per il gender gap che purtroppo rappresenta una triste realtà e un dato di fatto nel mondo del lavoro. Credo debba essere fatto un grande sforzo di sensibilizzazione che incida sull’educazione sociale e sull’opinione pubblica e che questo concetto di uguaglianza debba entrare nel sostrato sociale, affinché un giorno non sia più oggetto di dibattito e discussione, rappresentando qualcosa di assolutamente normale e scontato.
Alcuni passi sono stati fatti, ma c’è ancora molto da fare. Nel mio piccolo, non mi sono mai lasciata scoraggiare dal fatto di “essere donna”, anzi ho sempre cercato di portarlo come un quid pluris. Credo nel valore della leadership gentile, della gentilezza, dell’empatia e della collaborazione sul luogo di lavoro e credo che le donne in questo siano avvantaggiate. Inoltre, un altro elemento indispensabile per combattere il gender gap risiede proprio nella capacità di noi donne di essere supportive l’una con l’altra, di creare unione, farsi forza a vicenda e rimanere coese.