Storie di
coraggio.
Empowerment, inclusione e valorizzazione delle diversità sono pilastri fondamentali della nostra strategia di Diversity, Equity & Inclusion. La community WOW – Women of Würth è nata proprio con l’obiettivo di ispirare e supportare le donne nel costruire la loro carriera in un ambiente che promuove la crescita inclusiva e l’abbattimento degli stereotipi.
Vogliamo raccontare storie di donne che lavorano in settori ancora prevalentemente maschili, che ogni giorno dimostrano come determinazione, passione e competenze possano trasformare le sfide in opportunità. Abbiamo intervistato Laura, Data Engineer e Camilla, Responsabile Clienti Distretto, che ci hanno condiviso il loro percorso, le sfide affrontate e i successi raggiunti.
Raccontaci brevemente chi sei e qual è il tuo ruolo in Würth?
Ciao a tutti, sono Camilla, ho trent’anni e sono in azienda da marzo 2019. Poco prima del “compimento” del mio quinto anno in Wurth, il 1° febbraio del 2024, sono entrata nel ruolo di RCD, Responsabile Clienti Distretto, nel settore legno, un bel regalo per i miei trent’anni, compiuti il giorno successivo! Il mio Distretto è composto di 11 ragazzi, tra i 23 e i 60’anni, dislocati sulle province di Torino, Cuneo, Savona e Imperia.
Quali sono le principali sfide che, secondo te, le giovani donne devono affrontare nel mondo del lavoro?
Questo è il mio terzo lavoro, i due precedenti erano sicuramente più “femminili”. Se nel mondo dell’abbigliamento ho dovuto “imparare il mestiere” imparare a presentarmi alla clientela e a relazionarmi con i miei titolari, in Würth è stata tutta un’altra storia! Sicuramente in un ambiente come il nostro, la prima sfida è quella di accettare i colleghi maschi. Perché non essere accettate? Perché loro con il tempo si abitueranno ad averci intorno, ma prima che ciò accada, passiamo una fase in cui è difficile essere circondate da colleghi che ci osservano come se fossimo “entrate nel bagno degli uomini in aeroporto” [scusate, purtroppo ho una dose di ironia spropositata]. La sensazione è quella di essere sottoposte a test giornalmente, vogliono fortemente verificare le nostre competenze in un settore prevalentemente maschile.
Da poco manager di nuova nomina nella vendita. Come ti senti ad aver raggiunto questo nuovo traguardo?
L’eccitazione dei primi giorni, dopo poco, lascia spazio alla serietà. Vieni pervasa da un senso di responsabilità nei confronti dell’azienda e soprattutto dei “tuoi uomini”. Non devi mai dimenticare chi eri in vendita, devi riuscire ad amalgamare la tua vecchia te con il tuo nuovo ruolo. Inizi a comprendere dinamiche che prima non ti erano chiare e a volte sorridi pensando a quante volte ti sei arrabbiata con il tuo responsabile, perché in Würth a te sembrava tutto possibile e invece quei “no” avevano un senso, erano giustificati. Sono felice, emozionata… e mi sento realizzata!
Cosa diresti ad una ragazza che sta per intraprendere un lavoro nella vendita?
Lo puoi fare. Vendere è un’arte. Se l’hai imparato “vendendo mutande”, come dicevano a me quando sono entrata, o vendendo pentole, o cosmetici, o bibite… puoi vendere anche sistemi di fissaggio e attrezzature. Il carattere fa la differenza, tenere la testa alta fa la differenza, appassionarsi all’azienda e al prodotto fa la differenza, essere curiosi e intraprendenti fa la differenza.
È opinione frequente che sia superfluo sensibilizzare le persone ad avere comportamenti inclusivi – soprattutto dal punto di vista del genere – perché dati particolarmente per scontato in contesto lavorativo: cosa ne pensi a riguardo?
Sarò anticonformista, ma sono contro le campagne di sensibilizzazione in tal senso. Purtroppo, l’effetto che si produce è l’opposto di quello desiderato. Più chiediamo l’inclusività e più mettiamo in risalto delle differenze che poi diciamo non esserci. Non parlarne pe me è il miglior modo per non dargli un peso. Se dici ad un collega di includere la collega donna, è come se gli stessi dicendo che lei ha bisogno di essere inclusa, come se lei non sapesse farsi spazio in mezzo al gruppo da sola. E purtroppo l’uomo davanti a queste richieste finisce per guardarti come se fossi una categoria che ha bisogno di protezione. Quando arriva un collega uomo nuovo di solito lo si presenta al volo, i ragazzi gli stringono la mano e iniziano a parlare… facciamolo anche noi, una stretta di mano forte, come il nostro carattere. Non abbiamo bisogno di essere annunciate da nessuno.
Raccontaci brevemente chi sei e qual è il tuo ruolo in Würth
Ciao a tutti! Sono Laura, ho 28 anni e ad aprile del 2023 ho iniziato la mia esperienza professionale in Würth come Data Engineer. Sono appassionata di musica, di escursioni in montagna e mi piace stare in buona compagnia.
In Würth diciamo sempre che “Il futuro appartiene ai coraggiosi”, cosa significa questo per te?
“Il futuro appartiene ai coraggiosi” è una frase che ci ricorda che se vogliamo raggiungere mete ambiziose e risultati più appaganti, sia nel lavoro che nella vita privata, dobbiamo essere pronte a fare scelte difficili. A volte, questo significa agire al di fuori della nostra “zona di comfort”, mettendo in campo determinazione ed impegno. Gli sforzi e i sacrifici ci porteranno non solo più vicini ai nostri obiettivi, ma ci renderanno anche persone più felici e soddisfatte!
Secondo te, ci sono ancora degli aspetti sui quali lavorare per aumentare la consapevolezza delle donne in ambito professionale?
Le interazioni professionali che ho avuto con le colleghe in Würth Italia sono sempre state positive e costruttive. Ho avuto l’opportunità di lavorare su progetti interamente con donne, ottenendo insieme risultati di grande valore. Tuttavia, basandomi anche su esperienze lavorative precedenti, credo che ci siano ancora margini di miglioramento. In alcuni ambienti, i rapporti tra donne possono diventare conflittuali, spesso a causa di una competizione malsana. È fondamentale promuovere la collaborazione positiva tra donne, incoraggiando il supporto reciproco e la solidarietà, affinché ciascuna possa esprimere liberamente il proprio valore.
Quali competenze o attitudini personali ti hanno aiutata a raggiungere i tuoi obiettivi?
Penso che la mia attitudine principale, quando voglio raggiungere un obiettivo, sia la determinazione. Questo significa che sono disposta a mettere in gioco tempo e risorse per avvicinarmi il più possibile alla meta. Inoltre, per certi aspetti sono molto severa con me stessa, il che mi spinge a cercare di fare il meglio possibile per ciò che considero importante.
È opinione frequente che sia superfluo sensibilizzare le persone ad avere comportamenti inclusivi – soprattutto dal punto di vista del genere – perché dati particolarmente per scontato in contesto lavorativo: cosa ne pensi a riguardo?
Credo sia fondamentale proseguire sulla strada della sensibilizzazione. Molte persone ancora non riescono a pensare e agire in modo inclusivo nella vita quotidiana. Questo non è sempre una colpa individuale, ma il risultato di cultura, abitudini ed esperienze accumulate nel corso della vita. Più si discutono i temi dell’inclusività e della diversità, più queste questioni diventeranno parte integrante del nostro modo di pensare.