Storie di
coraggio.


Empowerment, inclusione e valorizzazione delle diversità sono pilastri fondamentali della nostra strategia di Diversity, Equity & Inclusion.
La community WOW – Women of Würth è nata proprio con l’obiettivo di ispirare e supportare le donne nel costruire la loro carriera in un ambiente che promuove la crescita inclusiva e l’abbattimento
degli stereotipi.
Vogliamo raccontare storie di donne che lavorano
in settori ancora prevalentemente maschili, che ogni giorno dimostrano come determinazione, passione e competenze possano trasformare le sfide in opportunità.
Abbiamo intervistato Elisa Paolazzi, Data Scientist nell’ufficio di Data Intelligence
INTERVISTA A ELISA
Raccontaci brevemente chi sei e qual è il tuo ruolo in Würth
Sono Elisa, ho 26 anni e ricopro il ruolo di Data Scientist nell’ufficio di Data Intelligence, presso il reparto IT. Ho studiato Interfacce e Tecnologie della Comunicazione, un corso focalizzato sulla Human Computer Interaction. Durante la magistrale, mi sono poi specializzata in Data Science, svolgendo tirocinio e tesi nell’ambito della ricerca bioinformatica, sviluppando algoritmi per la diagnosi medica.
Mi piace lo sport ed uscire in buona compagnia, che sia per un’escursione, un concerto, un evento, o al bar 🥂
Quali sono le principali sfide che le giovani donne devono affrontare nel mondo del lavoro, soprattutto in ambito STEM?
Nell’ambiente STEM, conosciuto per essere innovativo, dinamico e popolato da giovani professionisti, noto come le donne siano generalmente considerate alla pari dei colleghi uomini, cosa non scontata in altri ambiti professionali. Tuttavia, una delle sfide principali che devono affrontare è il bias di genere, che provoca una mancanza di fiducia e credibilità nei confronti della loro figura professionale in quanto donne. Questo si traduce in una differenza di percezione tra le figure maschili, comunemente e storicamente associate alle professioni STEM, e quelle femminili, nonostante la formazione, le competenze e i contributi siano del tutto comparabili.
Ci sono state delle esperienze personali o professionali che hanno influenzato il tuo percorso lavorativo e, prima ancora, di studio?
Frequentare un liceo che non promuoveva in alcun modo la prosecuzione degli studi in ambito STEM mi ha portato inizialmente ad orientarmi verso studi umanistici. Tuttavia, il mio crescente interesse per gli ambiti tech mi ha poi spinto ad esplorare ulteriormente questo settore e, quindi, cambiare strada. Un momento decisivo è stato il tirocinio che ho svolto nell’ambito del Natural Language Processing durante il percorso di laurea triennale, che mi ha permesso di capire in quale ramo specializzarmi per la laurea magistrale. Queste esperienze, combinate ad un percorso non lineare, hanno quindi contribuito a plasmare la mia figura professionale attuale.
Cosa diresti ad una ragazza che non ha ancora trovato la sua strada e sta per approcciarsi al mondo del lavoro?
Consiglierei di non farsi mai scoraggiare dalle esperienze negative. Le direi di buttarsi, perché è normale non trovare subito la propria strada e capire quale figura professionale rispecchia al meglio la tua esperienza, formazione e aspirazioni. Ogni esperienza, anche quella meno positiva, può insegnarti qualcosa di prezioso e aiutarti a crescere. L’importante è continuare a cercare, essere aperta alle opportunità e avere fiducia nelle tue capacità.
Che tipo di ambiente di lavoro hai trovato in Würth Italia? Ha rispecchiato le tue aspettative?
L’ambiente di lavoro in Würth Italia ha decisamente superato le mie aspettative. Come prima esperienza professionale, non pensavo di trovare un contesto così accogliente, giovane e dinamico. L’interazione con ogni collega del mio team è stata estremamente positiva fin dall’inizio; ciascun* di loro mi sta trasmettendo preziose conoscenze e competenze, e spero di poter contribuire allo stesso modo. Inoltre, l’inserimento delle nuove colleghe, arrivate insieme a me o poco dopo, ha portato a un arricchimento significativo del team, sia dal punto di vista delle competenze che della diversità di pensiero ed approccio. Questo ha contribuito a stabilire una maggiore armonia e collaborazione all’interno del gruppo, favorendo un ambiente di lavoro ancora più stimolante e produttivo. Inoltre, ho già avuto l’opportunità di stringere rapporti interpersonali e di stima reciproca molto forti con i miei colleghi e colleghe, arricchendo ulteriormente sia la mia esperienza lavorativa che quella personale.
Ti sei mai trovata a gestire situazioni spiacevoli, pur inconsapevolmente, solo perché sei una giovane donna?
Sì, mi è capitato di trovarmi in situazioni spiacevoli a causa del mio genere, sia nella mia carriera accademica che in quella lavorativa. In passato, ho osservato come i miei colleghi maschi fossero spesso presi più sul serio e come, a volte, il loro parere sembrasse avere un peso maggiore rispetto al mio, indipendentemente dalla qualità delle mie idee o delle mie competenze. Questo mi ha spinta a lavorare ancora più duramente per dimostrare il mio valore e la mia professionalità
È opinione frequente che sia superfluo sensibilizzare le persone ad avere comportamenti inclusivi – soprattutto dal punto di vista del genere – perché dati particolarmente per scontato in contesto lavorativo: cosa ne pensi a riguardo
Sensibilizzare le persone ad avere comportamenti inclusivi non è mai superfluo. Il grado di consapevolezza e comprensione della tematica può variare notevolmente da persona a persona, e quindi è fondamentale promuovere costantemente l’inclusività. Questo è particolarmente importante nelle grandi aziende come la nostra, dove lavorano individui con background professionali, formativi e personali molto diversi. Creare un ambiente di lavoro inclusivo aiuta a garantire che tutt* si sentano rispettat* e valorizzat*, il che può portare a una maggiore coesione del team e a un ambiente lavorativo più produttivo e stimolante.